
spazio privato mio la notte. asilo per le fughe astute. progetti che sgorgano ddal fiume in piena. quale il mio?
Ho un’anima di vetro
fradicia di pioggia,
incrinata per malfattura,
latrina di randagi,
da cui perdo l’olio del mio vivere.
Dietro quel vetro appannato
la voce mia più pura.
Là ancora è limpida la vita
più degna nel chiaroscuro
prima del verbo,
prima del cesareo,
il mio moto è sperma feconda.
 
 
 

Nessun commento:
Posta un commento